lunedì 3 maggio 2010

al di là del tempo, la gioia.




Maratona d'Europa, Trieste, 2010
Così concludo la mia terza maratona, con tanta gioia e una grinta improvvisa, inaspettata, dopo 42km e chissà quanti passi, quanti respiri, e quanti pensieri. L'ultimo dei quali è stato: ce l'ho fatta, adesso posso sorridere. Con le mie gambe, con il mio cuore e il mio respiro, con i miei pensieri e con la mia tenacia.

Le gambe
Mi dicevano che corro come un pinguino. Il pinguino si è riscattato, oppure anche i pinguini possono correre le maratone. Chissà. Certo con i suoi tempi, ma ce la fa lo stesso. Va. Guarda avanti. Continua. Un passo dietro l'altro. Alla partenza le gambe erano riposate, non ho corso durante la settimana, ho fatto due uscite con la “Jaune”, la bici da corsa, che mi hanno rigenerata, ho preso tanto sole, che ho conservato per la corsa di ieri. Non ero certa se dopo 7 settimane sarei stata in grado di portare a termine un'altra maratona, forse troppo presto diceva qualcuno. I soliti gufi? Ma le mie gambe, nonostante tutto sono forti e allenate, e hanno funzionato a dovere, rispondendo prontamente alle mie richieste.

il cuore e il respiro
Questa volta il mio cuoricino ha fatto miracoli, non mi ha abbandonata durante la salita a Duino, ha tenuto durante gli ultimi chilometri pianeggianti dove davvero in certi momenti ho dovuto chiedergli tanto, tantissimo. Lui voleva tregua, ma non era al limite, quindi gli dicevo aspetta, tanto fra poco arriviamo, tieni duro. Qui veniva ad aiutarlo il respiro, gli faceva avere più benzina e lo calmava. Il respiro anche lui ha collaborato, non mi ha abbandonata, e assieme al cuore ha fatto una grande prestazione. Sempre attento, sempre pronto a stare dietro alle variazioni di ritmo. Alla fine l'ottimo team-work gambe-cuore-respiro con la supervisione della testa ha raggiunto la prestazione ottimale facendomi fare uno sprint finale da “vera” atleta.

il pensiero e la tenacia
Correndo la polvere scivola via, la mente si libera ed è un continuo scoprire ricordi, pensieri, emozioni. Niente di più vero.
All'inizio della maratona la mia mente funziona solo parzialmente, è impegnata a pensare ai tempi, al ritmo, distratta da chi mi corre accanto, davanti, dietro, chi mi supera, mi saluta; ascolta stralci di conversazioni di altri maratoneti, si chiede come andrà a finire. I primi chilometri sono veloci, passano in fretta perché il fisico è fresco, riposato. Purtroppo sbaglio proprio qui, non rallento: non dò peso al pensiero che quei pochi secondi in più nei primi chilometri significano un rallentamento alla fine. Pensavo, che differenza farà... sono pochi... Invece così è stato! Da 5,38 a 6,20 il delta è notevole, e so benissimo che avrei dovuto essere più fredda, rigida con me stessa e impormi un ritmo adeguato. Me ne rendo conto al 16° km, ma ormai il danno è fatto. Arrivo alla mezza con i soliti tempi, mi impegno ad affrontare una salita che sembra interminabile, arrivo al 30° regolarmente, non ho perso troppo tempo, ma comunque avverto il rallentamento. Non mi perdo d'animo, non me ne curo troppo, sono arrivata fino qui, ora devo concludere, penso.
Ho corso completamente sola per almeno 15 chilometri, non saprei dire cosa sia successo, sono andata “in loop”, so di aver pensato molto alla mia vita, alle mie scelte, al mio passato.. ma non saprei in questo momento riportare neppure uno di questi pensieri, che però mi hanno sostenuta per tanto tempo e sono stati un efficace stimolo per continuare. Dal 35° comincio a vedere altri maratoneti, fermi per crampi, crolli, stanchezza... in questi momenti si, sono stanca, il corpo urla, ma mi sento forte, mi dico che non mi sono mai fermata, mi dico che sono brava, ringrazio la mia costanza negli allenamenti, ringrazio le mie gambe che non cedono, penso alle corse in bici, alle vasche a nuoto... penso che sono state quelle ad aiutarmi. La fine della discesa. L'inizio della vera maratona. 36... 38... 40... la fine è vicina, 41... 42... Piazza Unità è affollata, sento il mio nome chiamato più volte... riconosco alcune persone, sorrido ad altre... il blu del rettilineo finale mi ispira una grande forza, tiro fuori una grinta che non sapevo di avere accelero per lo sprint finale e sfodero il sorriso che avevo promesso a tutti. Ho finito la maratona con le mie gambe, e con PB. Concludo con il titolo del post, un commento di Flavio alla mia foto: al di là del tempo, la gioia.

Un pensiero a chi la vita non permette di correre
Un pensiero a chi mi ha aiutata ad arrivare fino qui.

Ringraziamenti doverosi
- le amiche e gli amici di corsa che mi stanno sempre vicino, anche quando tiro fuori le solite storie che sono lenta, che sono sola, che sono... e mi mandano cordialmente a quel paese (e fanno bene). Non li nomino perché potrei lasciarne fuori alcuni e non voglio fare torti...
- il podista, grande atleta e persone, che mi ha tirata negli ultimi 3 chilometri che è stato capace di spronarmi e di incitarmi nel momento più difficile della gara

7 commenti:

  1. Brava Agnese, ne è passato di tempo ormai dalla "lunga linea verde" e in te trovo sempre forza e grande ispirazione! Complimentissimi per il PB e soprattutto per la GIOIA ;-)

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  2. Agnese hai colto l'incredibile sintonia di cuore-gambe-testa che porta a concludere la Maratona con il sorriso sulle labbra. Sembra strano ma spesso il tempo diventa quasi un dettaglio...nel tuo caso la gara di ieri è stato anche un ottimo PB. Da "maetro severo" tiro un po' le orecchie sulla distribuzione delle forze...si può fare meglio.
    Sei stata bravissima

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  3. Tre maratone per trovare la perfezione è impossibile.
    Migliorerai ancora molto. Complimenti.

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  4. Grazie, grazie davvero per le manifestazioni di amicizia e di affetto che mi avete dimostrato tutti. Una principiante nella corsa e nella maratona come me ha tanto da imparare ancora. Ma già penso alla prossima!

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  5. mi sa che pensi già alla PROSSIMA dopo la prossima

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  6. Agnese ancora bravissima, sei la determinazione fatta persona.

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e visto che fin qui siete arrivati... lasciate il vostro commento, sarà gradito

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