Un titolo che non è scontato, date le premesse.
Un tempo finale che sembra un'eternità per chi corre davvero.
Ma tutto questo non nasconde la grande emozione che mi ha lasciato questa maratona, l'undicesima in tutto la sesta quest'anno.
Se Berlino è stata la più mentale, questa è stata la più passionale, sofferta e voluta a tutti i costi.
Scriverò a ruota libera, perdonatemi... quindi non sarà un resoconto cronologico, ma solo l'espressione di qualche sensazione provata (solo la punta dell'iceberg), perché non è facile tradurre in parole emozioni forti che tuttora permangono nella mia mente e soprattutto nel mio cuore.
Inizio la corsa seguendo i palloncini verdi di Alina & co. pacer delle 4ore e 30... sono contenta, i pacer sono accattivanti, simpatici, Alina è una forza... li seguo solo per la prima parte...
... in termini di difficoltà': un fastidioso mal di schiena improvviso al 15° km cammino un breve tratto facendo piegamenti e stretching e passa.... continuo a star dietro ai palloncini, ma inesorabilmente li perdo di vista dopo la mezza. Al 23° primo bus navetta (scopa) non penso di prenderlo, ce la faccio ancora; arrivo al 30°, corro pianissimo, le forze vanno dosate, ma anche lì ignoro il bus scopa (penso: hai fatto il Passatore, non esiste che tu salga lì sopra) e con un sorriso saluto gli addetti.... le difficoltà mi rendo conto sono legate al poco allenamento e all'incapacità del mio fisico di recuperare, questo ormai lo so bene. Ci lavorerò su.
... in termini di sensazioni, idee... ero partita con l'idea di abbandonare alla prima difficoltà per non aggravare eventuali malesseri, ma appena iniziata la maratona vera e propria al 30° ho capito che la distanza non mi spaventava, che ce la potevo fare nonostante tutto, che non potevo abbandonare... Ho riflettuto su quanto mi piace correre sentire i miei passi il mio respiro e respirare la mia fatica per trasformarla in energia disponibile subito; ho pensato che se ora il mio corpo mi sta dando questi segnali chiari e forti, segnali che chiedono riposo, forse mi sta dicendo che se voglio provare ancora tutto questo devo obbedire... ma come decidevo di dire, ok, smetto di correre per un po', mi riposo, ecco che tuona la Doublea-runner risentita... insomma pensieri amletici difficili e non risolvibili al momento, ma che mi hanno portata a raggiungere la finish line....
... incontro Vittorio, al 31 o 32 non ricordo bene, e con lui arrivo al traguardo, con la bandiera italiana e tanta felicità... Rivivo i momenti della 50km di Romagna, ripetiamo l'arrivo in compagnia, è stato emozionante.
All'arrivo vedo Filippo, poi Marina, la medaglia, l'asciugamano, le foto, il ristoro, Luisa, Antonio... l'emozione è fortissima, ancora non riesco ad esprimerla.
Un ultimo pensiero... la parola abbandonare (utilizzata prima) mi fa venire in mente una cosa che forse non ho mai sottolineato, cioè il costo di una maratona per me, non in termini di quanto spendo in denaro per il viaggio, l'alloggio, il pettorale, ma per quanto costa a livello mentale per me organizzare la mia famiglia, il mio tempo, il tempo di chi mi aiuta, le attività dei bimbi mentre sono fuori... Abbandonare (a meno di disturbi di salute o incidenti e infortuni) ha il senso di tradire tutto questo, quindi per me non esiste... ecco il motivo per cui mai lo farò... never give up...
Ora mi concedo un periodo di riposo, non ho nessuna iscrizione, nessun impegno. Dicono mi farà bene, io sono fiduciosa.
Take care!!
Buone corse!!