... cioè dai pacer delle 4ore e 15' con i palloncini fucsia ai pacer delle 4 ore e 30' con i palloncini azzurri...
Basta questo per fornire la sintesi della mia ultima maratona ieri mattina a Verona.
Come avevo già anticipato questa maratona è una tappa verso corse più lunghe ed impegnative, pertanto non doveva essere affrontata con l'obiettivo del tempo, tuttavia... la tentazione di stare dietro ai pacer delle 4,15 è stata forte e, sbagliando strategia, questo è sicuro, ci ho provato. Mea culpa.
La prima parte della gara, e fino al km 30, mi ha visto correre con regolarità, anche se fin dal 28° ho avvertito gli stessi disagi, purtroppo ben noti, già provati al 35° durante la maratona di Treviso, lo scorso anno... dolori all'inguine e crampi all'intestino... situazione che mi ha messo notevolmente a disagio e che non avrei mai più voluto provare. Ma... Mentre correvo con un'andatura un po' anomala (forse per quello oggi ho una forte infiammazione tibiale e dolori l ginocchio destro) a causa dei crampi che ogni tanto tornavano pensavo alla causa di questo problema: so che il gel mi fa male, quindi niente gel; so che le barrette mi fanno male, quindi niente barrette; dalla partenza ho preso solo un po' d'acqua al quinto km (come a Treviso), purtroppo acqua troppo fredda... e solo tè e banane (gelide) quando c'erano. L'unica cosa che ho preso oltre a quelle elencate solo le pastiglie di E@@@@@it. Che mi abbiano fatto male quelle? Oppure l'acqua e le banane fredde? Con questi pensieri, e molto contrariata per il disturbo, nonchè sofferente per lo stesso, affronto gli ultimi 12 km, un percorso cittadino piuttosto pesante con molte curve nervose, salitelle, ponti, mi sembrava di tornare sempre sullo stesso ponte... ormai i palloncini fucsia erano spariti da molto davanti a me, e dietro di me sentivo arrivare gruppi numerosi... il primo era un gruppo di magliette rosa, che mi supera (a me sembrava a velocità folle...) il secondo, ahimè, il gruppo dei pacer delle 4,30. Uno scatto di orgoglio, di dignità... mi aggrego a loro per "salvare il salvabile" cioè per riuscire ad arrivare almeno con il tempo della prima maratona... sono stati i 2 km più difficili durante i quali però non ero affranta o triste, si era risvegliata la "maratoneta" concentrata a far funzionare il sistema-corsa, quella sinergia necessaria per poter continuare a spendere energia anche dopo 39-40km sofferti come sono stati i miei. Grazie ai pacer la mia andatura ha ripreso ritmo accettabile, una foto che mi è stata scattata mi ritrae addirittura in spinta...
Poco mi colpisce il passaggio all'interno dell'Arena, non fosse altro per aver sentito annunciare il mio nome dallo speaker, e perchè sapevo che mancava davvero poco... poi l'allungo finale ed era finita. Sorrido. Sorrido all'addetto che toglie i chip, sorrido alla ragazza che mi mette la medaglia e mi avvio incerta verso l'uscita dove... con grande gioia e sorpresa trovo mio figlio ad aspettarmi.
L'emozione è tanta, mettergli la mia medaglia al collo per farlo partecipe di questa maratona lo ha commosso... Sono stati momenti intensi, in cui la mia felicità di finisher è stata condivisa con una persona importantissima, non mi era mai successo prima.
Ora a freddo so di aver sbagliato a voler stare dietro ai pacer delle 4ore e 15 perché non mi sto allenando per migliorare il tempo ma per macinare kilometri, quindi ogni maratona d'ora in poi verrà affrontata con questa filosofia, però non nego, sono umana... mi sarebbe piaciuto rimanere attorno al mio standard delle 4,20. Tuttavia, mentre vedevo quei palloncini allontanarsi e in qualche modo vedevo sfumare una specie di recondito desiderio... mai, mai mi sono dispiaciuta, innervosita, alterata o mi sono sentita inadeguata (magari un pochino idiota si... ma in maniera contenuta...); mi sentivo soprattutto una persona che continuava a correre, che si sentiva correre e per la quale solo portare a termine la corsa era importante. Il tempo, come dico sempre a tutti, è solo un numero e al di là del tempo c'è una gioia grande ad attendere qualunque finisher.
Altro punto negativo e molto problematico da risolvere è questo inconveniente che si presenta con ogni tipo di integratore, probabilmente d'ora in poi non ne prenderò più, tanto che anche in allenamento, anche lunghissimo, me faccio spesso a meno. Vedremo come andrà la prossima gara lunga, durante la quale mi affiderò solo ai ristori e all'acqua che mi porterò dietro.
E... con questa maratona le mie scarpe Saucony Triumph 6 verranno dismesse e recesse al rango di scarpe da passeggiata/camminata; probabilmente proverò qualcosa di maggiormente protettivo per i molti kilometri che andrò ad affrontare non a passo veloce.
Ultimo pensiero solo in ordine di sequenza ma non di importanza, grazie a tutte le persone che mi sono state vicino in questo weekend di corsa:
Franco e Marcella per l'ospitalità e il babysitting: assolutamente impagabili!
Vittorio e co. per la seppur breve compagnia prima della partenza, durante la quale si commentava che questa malattia della corsa ci porterà a condividere altre gare di vari tipi e lunghezze...
Anna, che ho visto prima della partenza e dopo l'arrivo, che con le sue parole mi rincuora sempre...
Sabrina, che ho conosciuto al Brembo e che ha corso con me per qualche kilometro e che poi ha letteralmente volato verso un meritatissimo PB... bravissima!
E tutti coloro che ho incontrato, Fatdaddy, Andreazan (al blogpoint), Rosalba, Silvana, Gian Piero, Amedeo e forse altri che spero non me ne vogliano se non li ho citati!!!
Buone corse!