martedì 5 ottobre 2010

MADRID SEGOVIA: the story tells (Dave)

Pubblico la storia di Dave, caro amico ultramaratoneta che ha recentemente affrontato questa corsa. Una storia di passione umanità e coraggio. 


15.23min di corsa distribuiti su una sola gamba. Si perchè l'altra al 22km ha deciso di farmi un regalo. Ha pensato che correndo in quel modo strambo avrei fatto ancora più fatica e del resto è quel che andavo cercando, e non posso lamentarmi !! Scusate ma troverete molta poesia ed anfasi in quel che scrivo perchè l'drenalina non è ancora passata via. Sono ancora in uno stato ovattato che spero rimanga con me il più a lungo possbile. A Milano piove a dirotto e io gironzolo da questa mattina ancora come se fossimo in piane estate, caldo ancora tanto caldo addosso !!!

Una gara importante estrema per le condizioni torride e per la conformazione del territorio. 104km. 3/4 degli isctitti ritirati (600 persone circa). Per quanto la sofferenza sia stata tanta è andata addirittura bene. La sierra de Madrid è una valle infuocata composta di sterpaglie secche e senza una zona d'ombra, un colore uniforme giallo paglia a perdersi a distanza, gli occhi che bruciano per via di quelle strade bianche. Quelle strade crude della vìas pecuarias del cammino del santiago. Un intinerario una rotta percorsa nel passato da figure di ogni tipo, e ancora oggi strada di percorrenza per il bestiame che nei giorni più freddi dell'anno viene mosso a valle per cibarsi. La corsa il gesto atletico è contato davvero poco, è piuttosto il percorso spirituale in mezzo ad altri 1400dannati, ciscuno con la propria storia da mettere a fattore comune che ha la sua valenza. Obesi, anoressici, malati di malattie importanti a darti gli stimoli forti anche quando solo dopo 1/5 di gara il ginocchio ti sussurra insitente : STOP fermati. E invece MAI, si va avanti fino alla morte. Sarei arrivato a Segovia strisciando ma avrei continuato. Ho allontanato a calci i miei 3 compagni di viaggio (Maureen, Ivano e Fabia), un gruppo nato per caso, che non volevano lasciarmi solo, e ho inziato una corsa in solitaria. Pur solo avvertivo delle strane e magiche presenze. A mollo nei mie dolori, pene ma anche e soprattutto tante gioie ho trovato una forte motivazione. Quella sierra del Madrid stava aspettando anche "me" non potevo deluderla. Vederla in lontananza tra i grattaciel la mattina della partenza sembrava così lontana !! Passo dopo passo non la perdevo d'occhio nemmeno un istante. L'abbraccio in cima è arrivato nella cuore della notte, quella notte amica e nemica, dove il buio si fa forte, dove il freddo dell'escursione termica fa quasi rimpiangere la calura delle giornata appena trascorsa e poi giù in discesa fino a Segovia, in un singletrack impegnativo, dove tutti hanno pagato il proprio sacrificio cadeno rovinosamente. Il vento forte che spingeva alla spalle, la polvere della terra fine che impastava la bocca e via di corsa verso quelle prime luci che s'intravedevano che lasciavano presagire un imminente traguardo e che invece si sono rivelate un tradimento un miraggio, era ancora tanta la strada da caplestare. Finalmente poi arrivi alle porte della città, quel passaggio obbligato su pietre storiche che t'incanalano per portarti verso "il momento". L'ultima curva e d'impatto ti trovi di fronte all'acquedetto di Segovia e appane sotto il traguardo, imponente, maestoso. Il tuo momento di gloria. In Spagnolo qualcuno grida qualcosa, forse il tuo nome. Gli applausi. Lo speaker un pò provato che rovista nel buoi per trovare il tuo nome e poi puff...così come è iniziata è finita e io mi trovo ad avere gli occhi lucidi ogni volta che ci penso....

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