lunedì 18 ottobre 2010

CormorUltra 2010: 71,1 km di...

di che cosa? di corsa sicuramente, ma io preferisco chiamarlo un viaggio lungo: 71,1 i km di ieri, ma iniziato oltre 4 anni fa quando per la prima volta ho detto "vado a correre".  E da allora, gradualmente sono passata attraverso le ore in pista, le gare di montagna, i 10km, le staffette, le mezze maratone, le maratone, e da ieri... ultramaratone. 

Non ho mai parlato di ultramaratona nei miei post, né c'era intenzione di farne per ora; fino alla scorsa estate era solo una possibilità proposta in una locandina nella lista "prossimamente". Poi, istintivamente, al momento di "decidere", ripensando ai lunghi allenamenti e alla fatica estiva, alle continue prove a cui ho sottoposto il mio fisico uscendone sempre rinvigorita, al fatto che comunque sentivo dentro che il mio corpo, le mie gambe avrebbero potuto reggere anche oltre i 42 (la consapevolezza-quasi certezza dopo Berlino, dove ho concluso senza troppo dispendio di fatica) e non da meno le insistenze di Dave che l'avrebbe fatta anche lui con me, allora... decisione presa. Iscrizione fatta. Qualche giorno prima iniziano i dubbi, ma ormai una volta iscritta io di solito non mi tiro indietro... 

dettagli e logistica
sveglia prestissimo, per essere a Marano Lagunare alle 6 dove ho appuntamento con Dave, e partenza alle 6,30 verso Buja. Allo stadio siamo circa una 50ina, saluto Luca e Gerardo, e con l'esperto Dave organizzo l'abbigliamento... correre oltre 68 km con un tempo atmosferico caratterizzato da pioggia, vento e freddo e la possibilità di un cambio richiede una gestione oculata... Mi fa mettere una crema, dice che serve per proteggere le gambe dal freddo. Eseguo le indicazioni... un po' frastornata. Freddo, tanto freddo. Ci vuole il cappello, purtroppo, e sotto al cappello anche una fascia per le orecchie. No, i guanti no, tanto si bagnano e poi le mani congelano. La spunta. Sincronizzazione del Garmin. Ivan Cudin che gira fra gli atleti, e che poi, sotto l'ombrello, dà il via. Al 31° km a Zugliano il primo traguardo volante, tutto bene. Decido di tenere gli stessi vestiti, la pioggia non cala, quindi non ha senso mettersi nulla di asciutto. Ma tolgo l'orologio dal polso, mi ha fato gonfiare la mano, e mi dà fastidio. Si riparte. I km si susseguono, regolari, veloci, sicuri, consolanti... chiedo a Dave di dirmi solo il tempo della Maratona, al 42°... 44... 50... 58... 60... 64... poi i cartelli non si vedono più, i km del Garmin di Dave continuano ad aumentare... 69... 70... arriviamo a 71,1 con grande entusiasmo ed emozione. Trionfanti. 
Ce l'abbiamo fatta. 

sensazioni
pre-gara: ce la farò? chi lo sa, ma provarci non costa nulla, al limite mi fermo al 32° e mi faccio portare a marano. Mal che vada, ho fatto un lungo con i ristori. Ma dopo i 42 come sarà? avrò ancora fiato per proseguire? e soprattutto avrò la capacità mentale di non mollare? ci sarà ancora la forza fisica? 

gara: dopo una partenza davvero anonima, il freddo e la pioggia come cornice, ci avventuriamo verso il mare. Corriamo sempre, attraversando boschi e prati, il fondo cambia continuamente, saliscendi, numerosissime le pozze d'acqua. Mi concentro sulle goccioline che cadono dalla visiera del cappello, ascolto Dave che mi racconta delle sue gare, delle sue corse, dei suoi viaggi, non guardo mai i km e gli chiedo di non dirmi nulla, non voglio sapere, voglio correre, sentirmi correre. Riconosco qualche tratto di questo percorso, la mezza di Buja, qualche non competitiva, qualche allenamento sull'ippovia. Uscire sull'asfalto a Udine mi toglie la concentrazione, sulla strada si corre in fila indiana, siamo un gruppetto di 4 che più avanti si sfalderà, purtroppo. Rientro nella natura, nel silenzio. Ascolto, parlo anch'io, e intanto ascolto anche il mio corpo, che mi manda segnali positivi, ma fino al 42 non sono preoccupata. E' il post-42 che mi mette un po' in ansia... hic sunt leones... Ma non ho trovato i leoni. Ho trovato invece una diversa dimensione della corsa, dove il tempo non ha importanza, se non relativamente; dove il tuo corpo segue le indicazioni della mente e prosegue fluido, senza incepparsi, gli ingranaggi funzionano e sembra che ciò che stai facendo sia davvero naturale, che il "pieno" di allenamenti, di sport, di fatica, di preparazione mentale che hai fatto ti basterà portandoti al traguardo. Ogni cartello era un piccolo traguardo, ogni 2 km in più una vittoria. La foto solo al 60°, simbolica. La parte più difficile è stata veder soffrire Dave dal 48° km in poi per un dolore al ginocchio. E' stata la parte più silenziosa, quasi mistica; nessuno parlava, io sentivo la sua sofferenza, ma nulla potevo fare se non soffrire con lui in silenzio, rispettando i suoi tempi. Non so come abbia potuto resistere fino alla fine, davvero un grande... Poi le chiacchiere sono ricominciate, segnale che la sofferenza si era calmata, o che un compromesso c'era stato. Dave inizia ad entusiasmarsi, siamo vicini all'arrivo. Ci togliamo i giubbini, arriviamo in bella progressione e la foto ci riprende a braccia alzate. All'arrivo ad aspettarci c'è tanta gente, baci abbracci, dimostrazioni di affetto. Entriamo nella Vecchia pescheria per le borse e ci prendiamo un applauso... non sono particolarmente provata, certo sono stanca, ma riesco a camminare bene, a ridere, a scherzare, a raccontare... come adesso. 
Finisco con le parole, anzi la poesia,  che Dave mi ha dedicato e che mi hanno commossa:



non ha mai ceduto nemmeno un momento !!!!

una tenacia da vendere...
una concentrazione unica...
una semplicità e una leggerezza nei movimenti invidiabile...
sono contento di averti corso accanto e avere trovato una degna compagna di viaggio...

non ho detto tutto sicuramente, ma davvero è difficile dare un contenitore a sensazioni che vanno oltre, ultra...
Un plauso all'organizzazione impeccabile, ai ristori sempre molto graditi e alle persone cariche di tantissima umanità che ci hanno accompagnati in questo viaggio. 
Il pensiero rivolto a chi corre con me ma non corre. 
Buone corse!

P.S. i numeri al link

15 commenti:

  1. 71 chilometri? Per chi ne fa al massimo 16, in gara, sembra una puntata de "Ai confini della realtà". Complimenti!

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  2. Per una corsa così vale la pena correre.
    Per una lettura così vale la pena bloggare.
    Il fascino dell'ultra, il fascino del fuoristrada: credo di capirti a fondo.
    Chapeau!

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  3. Non sapevo avessi in mente una tale "follia",sei stata veramente GRANDE! non riesco nemmeno ad immaginarla una cosa del genere,fai sembrare tutto facile e leggero,COMPLIMENTI!

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  4. il bello della corsa lo stai viscerando
    il bello sta nel vivere il viaggio non la meta
    e noi runner molte volte questo lo dimentichiamo
    .....che parolone filsofanti......ma è la verità c'è poco da fare

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  5. che prosa ....;-) da prof .

    devil7

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  6. te sei matta. 71km a meno di un mese da berlino!
    complimenti veramente grande

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  7. COMPLIMENTI AGNESE , APPENA DOPO BERLINO TI "SPARI" 71 KM COSI ... UN APPLAUSO PROF

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  8. "" fai sembrare tutto facile e leggero ""..ecco queste parole d'Insane che rubo sono quelle che mi mancavano.
    Ma guarda che è proprio vero !!?? Vederti correre sembra che sia un gesto cosi naturale da diventare FACILE...abbiamo corso + di 8 ore insieme, e non c'è stato nemmeno un piccolo momento dove ti ho vista vacillare...ed è questa la chiave di lettura, il passaggio che ti ha "scaraventata" al di là...qui da questa parte dove le dimensioni si annullano...da questa parte "forse" dove non c'è spazio per i tempi per i risultati, ma dove (come tu scrivi...) si parla di viaggi...rileggendo i dettagli pregara in una giornata così infame, chiunque si sarebbe contratto, inbruttito alla prima U, ma non tu...abbiamo parlato molto,..attraverso queste ns chiacchere non c'è stato un solo elemento indicatore che io abbia analizzato, che poteva ricondurmi ad una tua possibile crisi !!

    posso dilro....STRAORDINARIA AGNESE !!!!!!!!!!!
    Davide

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  9. Dopo aver letto e riletto il racconto posso dire solo una cosa: sei una delle rare persone capaci di stupirmi, non perchè non ti ritenessi capace di compiere un impresa del genere, ma per la facilità con la quale vai a scoprire tutte le sfaccettature di questo nostro mondo della corsa. Il tuo "viaggio lungo" mi ha fatto tornare in mente il passo di un libro che niente ha a che fare con il running ma...
    "Passavamo sulla terra leggeri come acqua, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia tra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenti verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta”
    Ciao e buone corse.

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  10. Complimenti a te e a Davide, che nonostante il dolore al ginocchio a stretto i denti e tirato dritto!

    I tuoi chilometri, i tuoi traguardi, sono lì per essere vissuti, corsi, calpestati e assaporati, come in un naturale susseguirsi di eventi che scorrono, che raggiungi e superi: metafora perfetta della vita.
    Buone corse Agnese ;-)

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  11. I leoni ... siamo noi che li chiamiamo così, loro non sanno di esserlo. Grande Agnese.

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  12. mi tocca scrivere un post per rispondervi!!!
    Allora mettiamoci al tavolino del solito bar virtuale, birra e caffè, bibite e acqua per tutti...
    Fathersnake: ai confini con la realtà? No, sembra... un passo dietro l'altro e si può fare...
    Caio, ho scoperto che la corsa è corsa... qualsiasi il terreno... qualsiasi la cornice...
    The Yogi: zitta zitta...mica tanto, era il segreto di pulcinella, ma temevo di espormi... Insane, per immaginare una cosa del genere basta provare, con grande serenità;
    grinta: d'accordissimo, e quoto
    devil7, grazie! troppo gentile...
    nino: mia mamma mi ha detto la stessa cosa... ma la pazzia ogni tanto ci vuole per un po' di sale nella vita
    lello: facciamo finta che berlino era solo per allenamento? Comunque le mie gambe stanno bene, per ora
    Davide: se non era per te adesso non starei qui a scriverne e a giorne, grzie!
    Filippo: il passaggio è perfetto... meravigliosa la chiamata del sole verso il mare che ti rende leggera ti trasforma in pioggia (da dove l'hai estratto?)
    Valentina: avresti dovuto correre anche tu con noi. Un'esperienza unica
    giovanni56: hai perfettamente ragione. Grazie!

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  13. Il libro è "Passavamo sulla terra leggeri" di Sergio Atzeni, lo scrivo qui nel caso qualcun altro fosse interessato, ciao.

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  14. Apprendo solo ora dell'impresa, ma più che altro apprendo che te la sei vissuta e assaporata fino all'ultimo metro... SPETTACOLARE... ci fosse stato il sole durante il "viaggio" secondo me all'arrivo avresti potuto benissimo provare a camminare anche sulle acque!!!

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