lunedì 1 agosto 2011

ciclovia Alpeadria A/R

Trascorsa già oltre una settimana dalla Rimini Extreme, nonostante qualche strascico a livello di stanchezza, non c'è alcun cedimento nella mia intenzione di fare sport tutti i giorni, anche se non in maniera troppo pesante, dato che lavorando ancora a scuola, quando davanti a me ho un alunno/a, devo essere presente a me stessa e... ricordarmi di parlare in inglese (ogni tanto me lo dimentico) e soprattutto non sbadigliare. Insomma una teacher deve vivere all'altezza del proprio ruolo (se esiste ancora :-))... tuttavia se non dedicassi ogni giorno un po' di tempo al movimento non credo che mentalmente riuscirei a gestire questa situazione anomala di insegnare in piena estate... e ora sono pure andata "fuori tema".... 
Ok, dopo la REX (come era scritto in terra nella segnaletica) ho continuato con la corsa (lunedi, mercoledi, giovedi, venerdi e domenica): ho alternato corsa breve veloce a corsa lunga e lenta, e giovedi sono riuscita a fare 10km in progressione (non capitava da molto...). Martedi mattina ho fatto conoscere ai miei amici di MTB il famoso giro in Slovenia e ridendo e scherzando ci siamo fatti 60km in MTB con qualche salitella. Quindi, sull'onda di questo bel risultato si sono ampliati gli orizzonti e si è deciso di provare sabato scorso la ciclovia Alpeadria, realizzata riconvertendo il tratto di ferrovia a binario unico (si dice sia un capolavoro ingegneristico costruito a cavallo tra '800 e '900 se si pensa alle difficoltà del periodo in cui è stato realizzato) che unisce Resiutta a Tarvisio (questa solo una parte di un progetto che vorrebbe realizzare una ciclovia da Salisburgo a Grado). La parola giusta è provare perchè al momento non era ben chiaro se fosse possibile percorrerla tutta (si parla di lavori ancora da completare) e soprattutto a causa della presenza di ponti e viadotti, al cui solo pensiero a me vengono i brividi. Ma per non essere "lagna" come si dice qui, ho subito accolto con entusiasmo questo invito, consapevole della difficoltà mentale che mi sarebbe costata. I giorni precedenti all'uscita mi sono studiata il percorso sul web, cercando di memorizzare i tratti più lunghi e più alti "in sospeso", e ho cercato di immaginare me stessa che pedala là sopra... neanche con la più fervida delle immaginazioni ci sarei mai riuscita. Fallito il training autogeno non mi rimasto altro che provare... Sabato mattina alcuni km di bici (con due zainetti, uno per il ristoro e uno per il cambio) per raggiungere il punto di raccolta e carico bici e dopo le operazioni preliminari (orgnizzazione perfetta gestita dall'ing. Claudio: complimenti)... si parte. Il meteo ci assiste e dopo aver sistemato tutto (zainetti, pile, borracce, impermeabili e quanto ognuno ritiene necessario si parte. Dopo pochi km primo ostacolo: ciclabile chiusa, tocca scendere per tratto ripido su erba scivolosa a Chiusaforte, di qui ci dicono che dopo pochi metri è possibile risalire, ma ... non notiamo il pertugio fra gli alberi e tiriamo dritto. Questo MI costa un primo ponte stile tibetano, non previsto... un due tre... sospiro profondo... superato... In qualche modo ritroviamo la via e ci dirigiamo verso Tarvisio. Superiamo tantissime stazioncine abbandonate, che fanno tanta tristezza con vetri rotti, immondizie, tante gallerie illuminate (le luci non serviranno mai) e freddissime... mi viene in mente immancabilmente come poteva essere la vita lassù cento anni fa... ma alcune di esse sono state trasformate in casette molto graziose per fortuna... immersa in questi pensieri mi trovo all'uscita di una galleria ..... il baratro: 
si stende un bel ponte lunghissimo, a sinistra il Montasio, a destra altri monti, sotto l'autostrada e la statale. Gli altri che commentano la bellezza della vista, io... un forte sospiro e via a tutta su questo interminabile nastro di acciaio che sotto le ruote della bici fa rumore, sento il rumore delle auto sotto, la paura è tanta, ma riesco a dominarla. L'arrivo alla fine di questo incubo è indescrivibile. Non descrivo le sensazioni fisiche... però nonostante il lieve malessere ce l'ho fatta. La mente ora ha memoria che nulla può succedere neppure lassù in un viadotto... si può fare... gli altri ponti e viadotti successivi scorrono facilmente, nessun intoppo fino all'arrivo a Valbruna, sopra Tarvisio. 45 km, è ora di ristoro. Una birra fresca, panini e cioccolata e poi si rientra, stavolta con un po' di timore perchè la pioggia sta minacciando di scendere copiosa. Ma al ritorno pur in discesa un fastidioso vento contrario ci rallenta, si parla poco e si pedala tanto per nn essere travolti dal temporale che rumoreggia alle nostre spalle. 
L'ultimo ponte è spettacolare, il ponte di ferro di Chiusaforte che i Tedeschi non sono riusciti a distruggere... 
Fra andata e ritorno 90 km immersi nella natura (o quasi), un percorso da provare, ma soprattutto un percorso che mi ha aiutata a combattere le vertigini, sfidando me stessa e le mie paure. 
Una giornata trascorsa in compagnia di amici carissimi, Mari, Claudio, Nino. 
Un'esperienza per me molto forte a livello di sensazioni ed emozioni legate alla mia percezione degli spazi...
Da rifare? Sinceramente preferisco percorso con salite più faticose e qui attorno ce ne sono tante, ma almeno una volta consiglio di provarla, è davvero spettacolare. Parola di teacher. 

Take care!!!

3 commenti:

  1. certo che "non voler passare per lagna" ha degli ottmi effetti di sprono! Se penso che ti faceva impressione correre sulla Napoleonica: altro che una lingua di ferro sospesa nel vuoto...
    Davvero un bel giro!

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  2. certo che di km non te ne fai mancare. a piedi o sulle due ruote ci dai dentro
    brava!

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  3. @Vale: non l'avrei mai creduto possibile, non si finisce mai di crescere, anche alla mia età :-))

    @nino: grazie!

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