venerdì 17 giugno 2011

indignata

Dovrei parlare di sport e corsa, esprimere pensieri sani, positivi, speranzosi, puliti e senza polemiche ma questa volta la mia indignazione (e uso un termine molto addomesticato) è fortissima. Uso il mio spazio per affermare una dignità lesa da chi non ha neanche idea di cosa significhi essere precari. 
... significa avere un lavoro a tempo determinato, qualche mese all'anno (12 mesi i più fortunati, a volte 10, a volte 3 settimane...)
... significa accettare destinazioni improponibili logisticamente, ma rifiutare non si può (se si rifiuta ci si gioca lo stipendio, o i punti, o entrambi...)
... significa cambiare i colleghi, alunni, scuola, abitudini ogni anno e anche più volte nel corso dell'anno...
... significa ogni anno aspettare con angoscia il momento dell'assegnazione, nella speranza che rimanga una qualche possibilità...
... significa spendere di tasca propria per gli aggiornamenti che garantiscono qualche punto in più con cui risalire la graduatoria (un punto in più può far la differenza rispetto alla possibilità di lavorare o meno...) 
... significa essere di serie B rispetto ai colleghi di ruolo (ah, ma tu sei precaria...)
... significa essere pagata meno rispetto ai colleghi di ruolo (anche se hai le abilitazioni e insegni le stesse cose e per lo stesso numero di ore...)
... significa essere pagata con molto ritardo, solo quando la segreteria si degna di "mandare avanti le carte" (può succedere che il tuo stipendio di dicembre arrivi a marzo o aprile...)
... significa svegliare i tuoi figli la mattina prestissimo per poter risolvere problemi logistici, quando la collega addetta all'orario ti piazza la prima ora e tu sei a 90 km di distanza...
... significa non avere stipendio nei mesi estivi, e non avere neanche le ferie durante l'anno...
... significa SOPRATTUTTO non avere la possibilità di fare progetti, vacanze... 
... significa ripensare ogni giorno della tua vita al motivo per cui stai facendo un lavoro del genere... 
... significa essere considerati dei nullafacenti o peggio degli sfigati o incapaci perchè già il termine di per sè convoglia un che di negativo... 

Sono una precaria, da 5 anni convivo con tutto questo, ma non lo sono diventata per scelta, non credo essere una svogliata e alla ricerca di un posto facile. Grazie ad un decreto legge la ditta in cui lavoravo mi ha licenziata dopo 10 anni di lavoro a tempo indeterminato per esubero (ora la ditta ha chiuso): grazie alla laurea che avevo messo nel cassetto sono riuscita a diventare docente abilitata, ma precaria. Eppure come precaria... 
... tutti i giorni mi presento puntuale a scuola, con la responsabilità dei ragazzi che non possono essere lasciati senza sorveglianza (a scapito dei mie stessi figli)
... tutti i giorni lascio i  miei problemi fuori dalla porta dell'aula e faccio lezione nel migliore dei modi... 
... tutti i giorni mi metto in gioco, nonostante tutto... 
... tutti i giorni ascolto i miei alunni, i loro problemi, e spesso anche quelli dei genitori...

Fra qualche giorno ritornerò disoccupata. Ritornerà l'angoscia delle graduatorie, delle assegnazioni. 

E per fortuna ritornerò a correre, nuotare, pedalare, aggiornarmi, in attesa di "altro giro, altra scuola", se ci sarà. Questo è il motivo per cui l'estate la mia vita è fatta quasi di solo sport...  
La precisazione era dovuta

Take care!!!
Buone corse

9 commenti:

  1. giusto stamane una prof, in pensione da due anni, mi diceva: me ne sono andata appena in tempo!
    terribile dover mendicare un lavoro....

    RispondiElimina
  2. Coraggio ne ho tanto, lavoro lo stesso, è un lavoro che mi appassiona e mi gratifica molto, riesco comunque a fare tantissime cose e mi prendo le mie soddisfazioni; quello che non accetto è essere OFFESA NELLA DIGNITA' DI PERSONA CHE LAVORA.

    RispondiElimina
  3. ecco, proprio lì volevo arrivare: la dignità della persona. Giustamente l'hai ribadito tu

    RispondiElimina
  4. Io non sono più precario da sei mesi, e mi sento fortunato per questo. Ecco, pensare che ottenere quello per cui hai studiato, lavorato, faticato sia una fortuna rende il senso che molto qui non va. Bon courage, Agnese, ce ne fossero di prof. con la passione e la dedizione tua! E speriamo che chi offende venga presto tolto dal posto che, senza un briciolo di dignità, ingiustamente ricopre

    RispondiElimina
  5. Non ho scritto questo per "disperazione" o perchè non ce la faccio più, ma con l'intenzione di chiarire qualche punto. Il coraggio non mi manca, la voglie di fare c'è sempre... Volevo puntare la luce su lati oscuri della vira dei precari a cui di solito non si pensa. Grazie per la solidarietà :-))
    E ora pensiamo a correre!!!

    RispondiElimina
  6. è come nella corsa ognuno al suo ritmo da il meglio di se e di questo deve sentirsi orgoglioso. Cosi anche nel lavoro, precario o no se da il meglio di se è sicuramente di serie A. Sandro

    RispondiElimina
  7. speriamo che a livello lavorativo ti si apra qualche strada nuova interssante ,,, forza agnese

    RispondiElimina
  8. @sandro: certo io sono orgogliosa di quello che faccio, ma sentirsi dire che un contratto a termine comporta l'essere l'Italia peggiore...

    @lello: insegnare è un lavoro difficile, altre strade fore ci saranno, ma ho fatto troppi sacrifici per arrivare fin qui, e ora non mollo!! ...un po' come nella maratona e nella corsa in generale...

    RispondiElimina

e visto che fin qui siete arrivati... lasciate il vostro commento, sarà gradito

friends & co