lunedì 2 febbraio 2009

correvo. corro. correrò


Primavera 2006, bisogno di cambiamenti per sopravvivere allo stress. Inizio a correre, da sola, ma non so perché.
Primavera 2007, dopo un anno di radicali cambiamenti l'unico punto fisso è rimasto la corsa. Corro, sempre da sola, ma non so veramente perché.
Primavera 2008, un'amica continua a dirmi: vieni con me... a correre... con il Gruppo.
Primavera 2009, dopo tre anni corro ancora, da un anno con il Gruppo. E forse ho capito perché.
In un momento difficile della mia vita ho intrapreso un percorso che si è rivelato molto efficace e soprattutto ha arricchito di esperienze positive la mia vita.
Correvo, la corsa era come un nuovo sfondo di una vita stressata e difficile, valvola di sfogo in momenti complicati, era fatica, sudore, ricerca di solitudine. Uno sfondo che a spesso diventa primo piano, sgomitando contro le difficoltà, lo stress, i problemi e quindi mi faceva stare meglio, ma da sola.
Correvo, ma l'obiettivo primario, la voglia di rimanere in forma, andava perdendo consistenza, significatività e vigore. Per un periodo avevo quasi mollato, finché la mia “amica del cuore” dopo almeno un anno o due di continua insistenza, mi ha convinta a provare. La sera in cui mi sono presentata alla coach, proprio quella sera, la mia amica non c'era! Avevo bisogno del suo supporto! Sono una persona poco espansiva, non mi piace mettermi in mostra... e mi sono trovata nella peggiore delle situazioni per me. Da sola ad “affrontare” un gruppo che già vedevo unito. “Non c'è posto per me”, pensavo, irritata delusa frustrata. Stavo pensando di andarmene, poi però mi sono fatta coraggio, e dopo le presentazioni di rito, via in pista. Il resto è storia. Piano piano ho imparato a correre, il “pinguino” - come mi definiva la coach – ha cercato di migliorare, ascoltando i consigli – preziosi – sia della coach che degli esperti, guardando, ammirando, e soffrendo le poche volte che cercava di seguire il loro passo. Poi ho capito che la corsa era una cosa del tutto personale, che dipende molto dalla predisposizione personale e soprattutto dalla costanza.
Corro, e devo ringraziare il Gruppo di cui faccio parte, e il Gruppo dei Podisti in generale, se non mi sento una “schiappa”, se riesco ad affrontare le gare senza sentirmi inutile anche quando arrivo ultima, se non me la prendo quando vengo richiamata all'ordine perché chiacchiero con il “gruppo di siorete”. Grazie alla coach che mi ha fatto provare la corsa in montagna, dove sono riuscita a combattere, in parte, le mie fobie, arrivando in lacrime al traguardo della prima corsa...ma ce l'avevo fatta... Grazie al Gruppo che riesce a rendere uno sport di per sé individuale un momento collettivo, una condivisione di esperienze. Questa esperienza mi ha arricchita molto, mi ha dato modo di conoscere e confrontarmi con tante persone e soprattutto di ri-pensare a me stessa, di mettermi alla prova, di crescere come persona, di conoscere posti nuovi, di riscoprire la mia terra. Mi ha dato la possibilità di trasmettere questa passione ai miei figli, che porto con me agli allenamenti, e che spero continuino a correre anche loro, o comunque che facciano sport con passione. Certo, il tempo dedicato a tutto questo è tanto, ma alla fine si trova il tempo per tutto, è la motivazione che conta. La mia motivazione, dalla fuga dalla realtà di qualche anno fa si è trasformata nella ricerca dello star bene, in gruppo, ma, soprattutto, star bene da sola quando non c'è il Gruppo ad aiutarmi.


Correrò. Questa è la mia forza. 

1 commento:

  1. eh si, decisamente c'è un bel feeling tra te e la corsa: quasi vi sostanziate a vicenda....

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