Il cambiamento è vita... si dice...
Ho voluto, dopo un anno circa, cambiare il look del mio blog, un po' perché il precedente era ormai obsoleto e poi perché una nuova veste fa sempre effetto, e ho trovato questo color safari-deserto che si addice al mio momento esistenziale, fatto di scoperte e di viaggi verso chissà dove.
Non sto facendo molto, ricordo i post della scorsa estate pieni di sport e di resoconti di allenamenti intensi... Quest'anno ho continuato a lavorare quindi il tempo a disposizione è minore e faccio quanto posso, naturalmente sempre con la stessa passione. La corsa purtroppo sta risentendo a causa dell'anca capricciosa, ma sento che ora sto riprendendo a correre meglio, dopo aver dato al mio fisico il tempo di recuperare (lazy, though... trad. però, ce ne ha messo di tempo...). Sento che Berlino sta arrivando e l'obiettivo quest'anno non è un PB, ma finirle con "onore"... senza soffrire troppo.
Nel frattempo... un'esperienza del tutto nuova, che ho sintetizzato in altra sede con "un'ultra da un altro punto di vista": in altre parole ho partecipato alla Rimini Extreme, 100km, in Mountain Bike in veste di supporter ad un caro amico runner, proponendomi io stessa di farlo pur di andare là a vedere com'era questa gara che sentivo definire "davvero dura", forse "peggio del Passatore". Avrei voluto correre per lo meno la 48 km, purtroppo qualche problemino all'anca me lo ha impedito (così come mi impedisce di correre troppo a lungo....) e... quindi ce l'ho fatta... in sella alla mia amata/odiata MTB percorro nella notte tra Sabato e Domenica i famigerati 100km. In effetti, rispetto al Passatore, si tratta di un percorso completamente diverso, pieno di insidie, di salite molto ripide e discese impegnative, strappi e salite che si presentano anche verso la fine, quando le gambe di chi corre sono già provate. E questo per chi corre...
Ma in bici? Io sapevo che la distanza sarebbe stata impegnativa, che sarei rimasta in sella come minimo 8 ore se non 9, ma non avevo messo in conto tantissime incognite che ho affrontato man mano che si presentavano, a partire dal fatto di non aver controllato il perfetto funzionamento della bici, pur avendola usata il mercoledi precedente.
Mi serviva la pompa: quella che avevo non funzionava...
Deragliatore: non in perfette condizioni, scatenato due volte...
Pedalare al buio: certo, tutti abbiamo pedalato al buio, non è un grosso problema, tuttavia... mi sono trovata spesso sola, nel buio più totale, nel silenzio, con un vento freddo che ti spingeva verso il bordo della strada... in quota e senza guardrail... proprio me.. che soffro di vertigini....
Pedalare al buio in discesa: un'esperienza limite, e al limite per me...
Le pile del faretto della bici: ne avevo prese due senza pensare che forse se avessi portato la scorta... rimango senza faro al 50km, decido allora di mettere il faro sul casco, tipo minatori togliendolo dal retro della bici...
I cani randagi che ringhiano...
Il freddo, quanto freddo ho patito nelle discese, pur avendo indossato il kway e aggiunto un'altra maglia...
E soprattutto un percorso segnato piuttosto male, in bici si notano meno le segnalazioni a terra... ma almeno non ho mai sbagliato strada quando ero sola...
Gli ultimi 25 km in un paesaggio lunare, all'alba, un nastro bianco di strada sterrata che si allungava senza fine, pieno di strappi, sassi appuntiti, fondo sdrucciolevole a volte... le salitelle anche per me iniziavano ad essere faticose. Qui abbiamo anche sbagliato strada... gli ultimi 5 km sono stati a dir poco estenuanti, con continue rampe che alla fine ci hanno portato all'arrivo. Accelero per essere in grado di arrivare prima e fare almeno una foto.
E' stata una bellissima esperienza, cambiare punto di vista aiuta a rivedere le proprie possibilità; ed è stata una cosa molto positiva. Inoltre ho capito che cosa significa correre davvero, quello che io faccio non è correre, e ne sono pienamente consapevole. Conosco anche io lo sforzo, la fatica, ma non l'avevo vista a tali livelli. Ne sono rimasta impressionata. Davvero. Inoltre sentirsi utile in momenti di crisi, aver la possibilità di dare una mano ti ripaga della fatica (sempre minima in confronto di chi corre) e delle difficoltà.
Ho avuto la possibilità di conoscere molte persone, di cui avevo solo sentito parlare; ho rivisto Rimini per la prima volta dopo oltre 30 anni... ci andavo in vacanza con i nonni...
Peccato per il tempo atmosferico, sembrava autunno inoltrato.
Per i dettagli
qui il post del vero runner.
Take care!
Buone corse!!